Cronache di brumaio 1256
Pianura Scarlatta,
Valleterna
Secondo giorno della seconda
decade di Brumaio
1256
In Memoria di Castrum Fidei
Il millenario
Calemor, Principe di
Neenuvar ha infine svelato l’oscuro significato della profezia racchiusa nella
Pergamena Scarlatta…
“Rossi sono i bei fiumi della Dea, cinque volte il sangue degli Antichi è stato versato nelle sacre acque della Primavera. Cinque volte maledetti siate voi, invasori dal Nord, demoni nemici di tutto ciò che è buono. Le armate delle stelle sono sconfitte, ma non è morta la loro guerra. I vinti ritorneranno, e cacceranno gli invasori del Regno della Primavera. Ascoltate il mio terribile monito: mille anni dopo la nascita dell'ultimo figlio della Dea le armate che furono sconfitte lasceranno il grembo della Madre e ritorneranno per uccidervi. I vostri falsi idoli cadranno e il vostro acciaio sarà polvere.”
L’ultimo
Elfo concepito dalla sua stirpe fu proprio Calemor, e poiché il millesimo genetliaco del Nentar è ormai trascorso, l’antica maledizione avrà compimento e i combattenti morti durante la guerra d’invasione degli
Uomini del Mare risorgeranno dalla terra e dalle pieghe del tempo per consumare una crudele vendetta.
Mentre l’autunno indurisce la terra e gli uomini si affrettano a preparare le ultime provviste per l’inverno, la terribile sciagura lanciata dagli Elfi sconfitti oltre mille anni fa si abbatte sulle Terre Spezzate. A
Castelbruma la città di
Approdo viene distrutta da un violento attacco di non-morti, la stessa sorte tocca alla valniana
Castrum Fidei, ed infine la notizia più terribile… dopo
Vento anche la stessa città di
Dimora è minacciata.
Al termine del
Bazar della Loggia ogni uomo che possa dirsi tale è pronto a combattere, a difendere la propria terra ed il proprio Re, ma un’amara sorpresa attende i coraggiosi partiti in tutta fretta da
Ambra alla volta di Dimora. Lo scalo delle navi a
Capo d’Alba rivela infatti che Dimora è ormai da giorni isolata e inaccessibile.
Le empie creature non-morte sono scemate ovunque nelle campagne intorno alla capitale e gli ultimi dispacci giunti hanno spinto il Barone
Vignalba ad impedire che i più valorosi tra gli uomini del Re perissero in un’impresa impossibile, per quanto coraggiosa. Il fumo si alza dalle campagne e Capo d’Alba è affollata da contadini e paesani senza più una casa, né un futuro.
Ma è
Valleterna che chiama, lì si riunirà l’esercito per combattere, lì è dove alcuni valorosi esploratori sono riusciti a scorgere quello che sembra il Re delle Empie Armate dei Morti. Nella
Piana Scarlatta le Terre Spezzate daranno battaglia, per far fronte alla terribile minaccia e perché se il secondo granaio del regno dovesse cadere, ad un inverno rosso di sangue farebbe seguito un anno nero di fame.
La voce del Re è lontana, chiusa tra le mura di una Dimora nuovamente assediata. Molte voci cercano allora di sostituirsi ad essa mentre il
Principe Aureliano combatte per farsi strada verso il cuore della Corona. Il Barone e Vescovo di
Roccamagna,
Innocenzo Vermigliani, ha ricevuto un dispaccio dalla Corte in cui si indica il Magnifico
Edoardo dei Castamanti come guida dell’esercito che combatterà nella Piana Scarlatta. Eppure anche il Nentar Calemor Elentauron ha lasciato le terre di Neenuvar per approdare a
Castamante e procedere verso la Piana Scarlatta, forte di un dispaccio del Re che lo vuole guida contro la maledizione lanciata dai suoi antenati.
La
Pace del Re deve essere difesa, ma pare inevitabile che le Terre si spezzino ancora sotto gli ordini di due Principi da cui prendere comandi.
Incerta è la vittoria, come incerto è il colore dello stendardo che la rivendicherà…
Riassunto di quanto accadde
La Vendetta di
Castrum Fidei fu la prima vera vittoria contro le armate scheletriche e culminò con una sanguinaria battaglia all’imbrunire in cui fu sconfitto il
temibile Spettro, alto ben più di un uomo e finanche più di un Orco, che guidava il contingente nemico. Ma sebbene quest’empia creatura non fosse l’inarrestabile
Signore degli Scheletri che aveva distrutto Castrum Fidei e di cui riferivano i sopravvissuti al massacro, un bel più urgente compito chiamava gli uomini verso sud.
Al sorgere del pallido sole di Brumaio lo stendardo della Rosa garriva nuovamente sulle rovine di Castrum Fidei. Vendetta era compiuta! Un grande esercito, comandato dal Principe vincitore,
Edoardo il Magnifico, marciò da Nord per portare aiuto a Sua Altezza Reale
Aureliano dei Gastaldi, impegnato ad arginare la minaccia che insidiava la Capitale. Mentre come una fiera incudine l’Erede al Trono del Sole ed i suoi uomini respingevano le orde dal vitale Sud del Principato, il valoroso discendente di
Castamante ed i suoi uomini si abbattevano come possente martello dal Nord spezzando ogni resistenza. Rinnovati nel vigore e nella speranza gli uomini della Corona imbracciarono allora forconi ed asce, contribuendo valorosamente a sfondare il fronte nemico da Sud.
Sul finire del mese le immonde creature erano ormai in rotta, solo nel folto del
Bosco Cervo continuavano ad annidarsi gli empi
spettri che avevano per mesi terrorizzato il nord di Corona del Re. Il famigerato Signore degli Scheletri pareva scomparso, probabilmente rifugiato nelle selvagge terre di
Castelbruma dopo aver sfondato le porte di
Forte Guardiano.
Ritratti e disegni: 1 - 2 - 3
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